Dopo che le grazie delle nostre membra ci sorbirono
e noi sorbimmo i soli – le loro oscurità e i loro chiarori,
diciamo: come grappoli d’uva maturammo.
L’uva dopo la salita ama la discesa
dove si scioglie, si acquieta nelle botti fluisce nel corpo
umano, e risale di nuovo al suo signore.
L’amore è maturato in noi siamo maturi allora staccatevi, staccatevi o grappoli dei nostri giorni,
com’è vera la maturazione e com’è generoso il distacco.
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2
Quanto abbiamo dipinto sull’inchiostro e sulla luce all’ombra di un ulivo la nostra ferita ma l'abbiamo mescolata all'erba e all'acqua: acqua
che si trasforma in cetra, erba
che si trasforma in inchiostro. Quanto era lunga
la notte die nostri tormenti ma abbiamo cancellato le tenebre coi passi
e sommerso col diluvio delle passioni tutto ciٍ che ci circonda.
Il nostro amore è morto – ma le sue tracce
non muoiono,
non hanno limiti.
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3
ADONIS Cento poesie d'amore, 82
Celebro celebri questo sudore
che cola dai nostri corpi qui ora sul letto emulando
la polvere-crepuscolo
quella sgretolata dal corpo del sole (questo crepuscolo
è un’altra alba) c’è
una celebrazione o dio
che consumi i tuoi organi
nelle vene degli amanti, più splendida
e superba?
Una voce nelle vene degli amanti
tramonto infuocato che pulsa in un altro
si leva dalla loro disperazione e dai dolori, e sussurra alle nostre membra:
la ruggine della vita e del mondo si cancella con questo sudore.
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4
ADONIS Cento poesie d'amore, 58
Apro la porta – entra aria che visita i dipinti appesi,
accarezza i muri. D’improvviso, sbadiglia,
va a spalle basse il nostro amore non era lى.
I suoi fantasmi hanno portato via tutto ciٍ che ho dipinto
sul letto e sui cuscini,
sulla maniglia della porta sulla sua serratura e sono scomparsi.
Sto immaginando? ma tutto ciٍ è confermato da una nube -
una nube ora di passaggio – scomparsa. Non c’è aria
né chi dica a quei dipinti
come narrare le nostre leggende,
come scrivere la storia di queste nubi.
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5
Cento poesie d'amore, 48
Certo (questa è una parola che non ho detto – è dettata da lei)
certo, quando ci incontreremo
le foreste die nostri giorni rinnoveranno le foglie,
quei campi che nei nostri corpi sospirano
cambieranno i fiori, e il luogo dell’incontro sembrerà
un letto che la mano
della terre intesse di desiderio e incanto.
Benvenuta,
tu lava risalente dai vulcani spenti die miei desideri,
(queste parole non sono state pronunciate da me, sono dettate da lei).
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6
Cento poesie d'amore, 4
ho visto il tuo volto attorno alla casa dipinto su ogni ramo,
mi sono scrollato l’aurora dalle spalle e ho iniziato la ricerca: è venuta?
ho domandato alla rugiada sui rami, ho domandato al sole se avesse letto
i tuoi passi, dove la notte ti aveva vista, come si erano incamminati
accanto a te i fiori della casa e gli alberi.
Quasi disgiungo i miei giorni e me stesso:
là è il mio sangue e qui il mio corpo - fogli
che le scintille trascinano tra le rovine del mondo
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7
ADONIS Cento poesie d'amore, 2
Canterٍ per noi canterٍ per lei
in suo nome, o compagno della mia esplosione lucente suo corpo,
insegnami il canto
di’ a questo tempo-muro che sono stato iniziato
e mi sono aperto al suo mistero,
in lui mi sono radicato
le mie poesie ne sono ricoperte,
ed io non voglio esistere soltanto per esistere.
Non voglio che lasciar fluire il mio tempo tra le tue braccia
non voglio estasiarmi di lei e estasiarmi per lei,
cantare per noi e cantare per lei
in suo nome, o compagno della mia esplosione lucente suo corpo, insegnami il canto.
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Adonis
Cento poesie d’amore
Ugo Guanda editore
Il lettore di Adonis, il maggiore poeta arabo che ha sempre più entusiastici consensi anche in Italia, si troverà in questo libro di fronte a cento poesie d’amore scritte in un arco di tempo breve e dalla formidabile compattezza stilistica e di ispirazione. La lezione dell’Oriente si manifesta nella fiducia senza enfasi che l’amore, il corpo d’amore, il canto d’amore siano ancora materia di poesia, e rappresentino una via per la conoscenza del mistero.