Terra di passeri

Forse lei pensa:
questo color rosso cupo
è un fiore che scorre sulla roccia
queste forme inerti ai bordi delle trincee
son pastori che sonnecchiano
la terra, come l’ha raffigurata il pennello di Dio,
è un campo pronto per l’aratura
per il frumento, le passeggiate, i canti.
Forse lei pensa ….
.. .. .. ..
.. .. .. ..
 
Non sa (come potrebbe sapere!…)
che quanto sta guardando è: la guerra
che quei pastori dormienti sono i suoi morti
che quel rosso disseccato sulla roccia
sono gli spasimi di un’umanità disgraziata
i cui cuori son fluiti sulle scale dell’eternità
elevando le proprie pene al sommo dell’oblio.
 
.. .. .. ..
.. .. .. ..
 
Non sa; non può sapere
che qualcuno piangerà la scomparsa di qualcun altro
che un paese destinato a perire s’inginocchierà
 innanzi a un paese sul punto di sparire
  e che altra morte
   moltiplicherà
    il retaggio
     della sua immortale genitrice:
      la morte.
.. .. .. ..
.. .. .. ..
 
Non sa!
Nessuno vuol sapere…
Per questo si ostinano nel loro gaio canto
  minuti cervelli
   miseri:
    i passeri.

29 aprile 2004

http://venus.unive.it/arabic/arabiyat/POESAR00.HTM